Lo spettacolo Effetto immediato e’ andato in scena alla Casa del Teatro Ragazzi di Torino e vi ha partecipato una delle nostre redattrici di punta, Asia Catalano, intervistata da un “inviato” molto speciale.
3 marzo 2023, sono passate le otto di sera. Scendo stanco dal 4, sventura ambulante per il centro torinese. Mi sono affidato, incrociando le dita, ai mezzi pubblici per raggiungere il Teatro Ragazzi e Giovani di Torino, in corso Galileo Ferraris da Palazzo Nuovo, dove ho tenuto tre ore di lezione. Ormai do per scontata questa estrema vitalità che mi circonda tra gli studenti dell’aula 33, il popolo che si prepara alla movida per le strade, l’umanità che si incastra tra i sedili del 4. Invece solo due anni fa, con la mascherina, il green pass e il mito del mio turno del vaccino che prima o poi arriverà, una situazione del genere mi sarebbe sembrata pericolosa, surreale… Ora vado a vedere uno spettacolo in mezzo a tante persone sconosciute, senza protezione, magari non vaccinate.
Lo spettacolo Effetto immediato parla proprio di quello. Mi era stato anticipato da Asia, quando mi ha invitato con una mail qualche giorno fa. Come già successo in passato, ho accettato subito dopo avere controllato in agenda che non andasse a sovrapporsi ad altri impegni. Del resto, l’argomento è suggestivo: si tratta di un’esperienza comune a tutti. Per me forse rimane ancora un’ossessione da nerd che mi fa passare le notti in bianco sull’ultimo libro di Quammen, Senza respiro, e mi fa interessare – anche ora che il dibattito sembra essere passato ad altro – a tutte le pubblicazioni sul Covid. Che poi, da bravo umanista, pur essendo interessato anche agli aspetti scientifici, è la portata sociologica del fenomeno a inquietarmi e farmi sempre riflettere: quei mesi chiuso in casa, la paura dei posti affollati, le scelte a volte discutibili della politica… E l’effetto che ha avuto sui ragazzi, sprovvisti talvolta di arbitrio di fronte ad imposizioni dei genitori, privati nel momento della crescita del contatto fisico, ambito e necessario a quell’età. Mentre la musica elettronica riempie la sala e luci e movimenti (di ballerine e di un artista visivo, che concepisce un’opera astratta in promptu) cercano di simboleggiare quei momenti, ripercorro con la mente quei decreti “con effetto immediato”, appunto, che cercavano di affrontare un momento complesso in cui anche nel paese dei C.T. da bar sport forse tutti avremmo commesso inevitabilmente errori.
Finisce lo spettacolo, ma la presenza delle protagoniste sedute sulle scale, in mezzo al pubblico, mi fa capire che non è ancora arrivato il momento di alzarsi. Scende uno schermo bianco, si accende il proiettore e viene riprodotto un cortometraggio che esprime ancora una volta la vicenda che, concettualmente, era stata portata sullo schermo. Mi domando quindi quale sia stato l’impatto di quei giorni anche su chi, per passione o mestiere, ha bisogno di uscire di casa, di stare in mezzo alla gente. Qualche giorno dopo chiedo ad Asia di intervistarla per fare anche questa domanda.
Ciao Asia, ancora complimenti per lo spettacolo. Metto subito le mani avanti: probabilmente le mie domande ti sembreranno un po’ ingenue, da ignorante in materia. Lo spettacolo era organizzato dal Centro Studio Danza Denise Zucca di Grugliasco. Me ne vuoi parlare?
Certo! Frequento il CSD dal 2017. La mia insegnante è proprio Denise Zucca, la direttrice della scuola, che nel 2019 ha voluto fondare una compagnia giovanile, MixIt, che avrebbe permesso ai ballerini di esibirsi in vari stili, contemporaneo, classico e hip hop. Nel 2019 c’è stato l’esordio sul palcoscenico con “The greatest showman”, che ci ha permesso di esibirci per la prima volta davanti al pubblico, e che abbiamo replicato quest’inverno. A febbraio 2022 abbiamo proposto invece per la prima volta Effetto immediato, che a marzo è entrato nel programma del Teatro Ragazzi. Io non faccio ancora parte della compagnia perché sono minorenne: la mia qualifica è quella di tirocinante, studio nella scuola della maestra Zucca insieme ad altre ragazze. Le ballerine della compagnia sono molto giovani: le attuali hanno età comprese tra i 18 e i 25 anni: la mia insegnante vuole che la compagnia possa essere un trampolino di lancio per futuri professionisti.
Prima delle lezioni con Denise Zucca avevi già avuto esperienze in quest’ambito?
Sì, studio danza da quando avevo sei anni e ho cominciato in un’altra scuola, a Chivasso. A 11 anni ho cambiato scuola e sono entrata nel Centro della maestra Zucca.
Quando ho visto a dicembre “The greatest showman” al Teatro Concordia di Venaria c’era anche tua sorella, giusto? Lei ha cominciato con Zucca?
Sì, anche lei ha cominciato a sei anni con la maestra Zucca. Non è ancora una tirocinante, ha solo 11 anni; per quello spettacolo però avevamo bisogno di bambini piccoli e le è stata data l’occasione di ballare davanti al pubblico di MixIt.
Passiamo a Effetto immediato. Parla di argomenti importanti attuali e che conosciamo tutti. Nella vicenda che avete portato in scena, quanto c’era delle esperienze degli allievi della scuola? Quanto viene invece da un’idea della vostra insegnante o dei suoi collaboratori?
Durante la pandemia, anche noi ballerini abbiamo dovuto seguire didattica a distanza. In quel periodo non facevo parte della compagnia MixIt e non ho seguito il progetto dall’inizio. So che è nato da una lezione on line, con un confronto in cui si parlò di come si sentissero i ragazzi in quel periodo difficile. Una delle ballerine ha proposto un’idea: anche durante un momento come quello, l’uomo riesce a mantenere la sua unicità. Suo padre è il pittore che si è esibito in scena, e stava cercando di portare concettualmente nell’arte proprio quest’idea. Verso la fine dello spettacolo si esibisce sul palco con sua figlia, dipingendo il suo corpo e sottolineando proprio l’idea di resilienza e unicità.
Parliamo del cortometraggio proiettato alla fine. Come è avvenuta la produzione del videoclip, in quanti giorni è stato girato? Come sei stata coinvolta?
Il cortometraggio è stato girato mentre stavamo provando “Effetto immediato”. L’idea si basa sulla storia dello spettacolo e ha le stesse musiche. La produzione è durata un mese, tra ottobre e novembre 2020. All’epoca ero già stata coinvolta e il primo ciak è stato girato al bar Le Serre di Grugliasco di notte, mentre il locale era chiuso. Non avevo mai partecipato alla registrazione di un corto o di un film. È stata la mia prima esperienza e mi è piaciuto molto: è stato un momento in cui ho imparato parecchio anche sui compiti del regista, che ci ha chiesto di ripetere molte volte per poter riprendere da diverse prospettive. Ho dovuto collaborare ed essere creativa, perché c’era molta improvvisazione.
Ho riconosciuto alcuni luoghi noti: mi sembra di avere visto anche la biblioteca civica di Grugliasco, tra le location. Oltre al bar e alla biblioteca, quali sono stati i luoghi in cui avete deciso di girare?
Le scene che abbiamo girato a Grugliasco erano sempre improvvisate. Le coreografie dello spettacolo invece sono state girate allo Spazio Kor di Asti: è stato molto interessante vedere come la coreografia dello spettacolo sia stata portata nel filmato, attraverso gli stacchi e le diverse riprese del regista.
Grazie, Asia! Ancora molti complimenti e a presto!
prof. Lorenzo Resio,
Università degli Studi di Torino