Confessione a cuore aperto di una giocatrice di basket da 11 anni che ci racconta le regole ed i segreti di un gioco che non è solo un gioco…
Il basket è ormai abbastanza diffuso anche in Italia e, se contiamo la fascia di età tra i 16 e i 59 anni, sono circa dieci milioni le persone appassionate. È uno sport magico e affascinante, ha tante regole da imparare ma allo stesso tempo dà molte soddisfazioni. Non è facile e non basta il talento per giocarci: le armi segrete sono la passione e la determinazione.
Io ho cominciato a sette anni ma conosco gente che se ne innamora già da prima e continua a giocare tutta la vita. Uno degli aspetti principali che mi piace è il gioco di squadra e il rapporto che si crea tra compagni: penso sia una delle cose più pure e belle che esistano perché aiuta a crescere e a saper condividere sia sconfitte che vittorie.
In questi undici anni ho giocato tantissime partite e partecipato a molti tornei, alcuni anche molto importanti a livello regionale ma se qualcuno mi dovesse chiedere di raccontare una partita che mi ha particolarmente segnato, racconterei sicuramente questa. Avevo circa 13/14 anni e a quel tempo mi allenava Lara Pozzato, una delle allenatrici che mi ha aiutato a crescere maggiormente. Era sera ed eravamo in trasferta sul campo di Novara, una palestra abbastanza grande ma molto scivolosa. La partita già dall’inizio si era mostrata molto tesa e difficile: per i primi tre quarti di gioco siamo sempre stati punto a punto, lottando su ogni pallone vagante e riducendo al minimo le palle perse. All’ultimo minuto dell’ultimo quarto, eravamo sotto di due punti. In un’azione io feci fallo e subito mi venne l’angoscia pensando che le avversarie avessero guadagnato due tiri liberi mentre, fortunatamente, l’arbitro gli aveva dato una semplice rimessa e l’azione dopo, difendendo, sono riuscita a recuperare una palla, andare in contropiede e a fare canestro portando il punteggio in parità. Finisce così la partita e ci danno cinque minuti di pausa prima di iniziare l’overtime quando la coach ci dà le ultime indicazioni e gli ultimi consigli e poi rientriamo in campo. Nel primo tempo rimane sempre punto a punto mentre nel secondo tempo riusciamo a portare su il punteggio e a vincere con un po’ di scarto.
Questa partita è la mia preferita non solo per come si è svolta ma, soprattutto, perché è stata quella in cui ho visto una squadra unita che ha combattuto e lottato fino alla fine per ottenere un unico obiettivo. C’è stato un gioco di squadra pazzesco e tutte abbiamo contribuito ad aiutarci l’una con l’altra. Se non c’è sintonia tra compagne e allenatori è molto difficile portare avanti un obiettivo e riuscire a superare gli ostacoli. Sono molto contenta di aver vissuto questa esperienza e spero che in futuro mi ricapiteranno occasioni come questa!
Lo sport è molto importante perché insegna valori come il rispetto, la disciplina, l’integrazione, l’impegno e la costanza, cose che saranno poi fondamentali nella vita.
Giorgia Cecconato
2° N Istruzione Degli Adulti