Un trattato di filosofia e psicologia che ha catturato gli allievi, che hanno preso parte al progetto “Tutti a teatro”, con l’intreccio dei fragili fili che reggono i rapporti umani e che usa il teatro come metafora della vita.
“Sei personaggi in cerca dei social”
Il capolavoro di Luigi Pirandello “Sei personaggi in cerca d’autore” debuttò il 9 maggio 1921 al teatro Valle di Roma, proponendo al pubblico per la prima volta il concetto di “persona” e “personaggio” e di differenza tra “l’avere forma” e “l’essere forma”.
Nell’opera che ha innovato il teatro novecentesco si vede che, nonostante i tentativi di messa in scena, i personaggi non riescono a rappresentare il dramma reale, il “vero essere” di ciascuno e l’angoscia che provano: questi sentimenti oggi non sono insoliti e ricorrono spesso anche nei commenti che troviamo sui social, essendo di “tendenza” apparire e pubblicare post nei momenti di felicità che viviamo, con l’intenzione,conscia o inconscia, di raggiungere l’accettazione sociale. Ma, nel mondo virtuale del Metaverso è inevitabile poi avvertire una frustrazione interna perché, purtroppo, le nostre vite vengono sottoposte ad una analisi costante anche se non reale.
Luigi Pirandello, che sviluppa questa problematica tra “persona” e “personaggio” in questo spettacolo “metateatrale”, aveva già identificato questi problemi cent’anni fa, problemi che rimangono ancor oggi poiché sono cambiate le condizioni ma non le difficoltà delle persone. L’umanità continua a cercare nuove tendenze e tecnologie, continua ad innovare e creare sempre più comodità materiali e agevolazioni personali ma, a parer mio, non dovrebbe trascurare quanto è importante mantenere la propria individualità e personalità e riuscire a piacersi “così come si è”. E poi, ogni volta che vogliamo, possiamo sempre risalire al nostro “personaggio interno”, al nostro” lanternino interiore” e fare in modo che risplenda sempre.
Fabiola Rojas
VN Carlo Levi Istruzione Degli Adulti (IDA)
“Sei personaggi che catturano”
L’incontro-scontro tra interpretazione e vita reale è andato in scena in prima nazionale lo scorso 18 aprile 2023, al Teatro Carignano, per la regia di Valerio Binasco e… noi c’eravamo!
Durante lo spettacolo il primo pensiero che mi è venuto è che questo sia un testo concepito per sorprendere e spiazzare. Il regista, infatti, inizialmente sembra voler rimanere fedele al testo e voler tramandare quella sensazione di stranezza e smarrimento che gli spettatori provarono assistendo per la prima volta alla rappresentazione dell’opera, reagendo con le grida: «Manicomio! Manicomio!». Ma, l’iniziale polemica accoglienza di pubblico e critica al Teatro Valle di Roma il 9 maggio 1921, ha lasciato il passo ad un successo internazionale, ancora oggi immutato: “Sei personaggi in cerca d’autore” è considerato il testo che, meglio di qualunque altro, ha saputo contrapporre le contraddizioni della scena e del teatro.
Binasco lo ambienta in un garage metropolitano, lascia accese le luci in sala a rappresentazione iniziata, come a voler far visionare al pubblico in sala le prove di una giovane compagnia teatrale, che sta provando un’altra opera pirandelliana, Il giuoco delle parti. Le prove, però, vengono interrotte dall’entrata improvvisa in teatro di alcuni “personaggi” che raccontano la propria storia al capocomico, cercando disperatamente di convincerlo a portarla in scena e sembrano fuori dal tempo, saltati fuori dalle pagine ingiallite di un vecchio dramma. Raccontano che l’autore del loro dramma ha stracciato la sua commedia lasciandola incompiuta e ha scelto un finale senza risoluzione, lasciando che i suoi protagonisti vagabondino per sempre, di teatro in teatro, a supplicare d’esser messi dentro un copione.
Nonostante la leziosa, ma partigiana, cortesia del Padre, che fa da portavoce ufficiale della famiglia, il Capocomico accetta di ascoltare la loro storia: il Padre, figura viscida e corrotta, molti anni prima ha abbandonato la moglie (nella commedia definita la Madre) e mandato a balia il Figlio, incoraggiando la donna a ricrearsi una vita con un altro uomo, il suo segretario; ciononostante, ha mantenuto i contatti con la nuova famiglia che, nel frattempo, è aumentata con l’arrivo della Figliastra e di altri due figli, il Giovinetto e la Bambina.
Quando la donna è restata vedova, ha iniziato a lavorare presso l’ambiguo atelier di Madama Pace. Di lì a poco, la tenutaria ha proposto alla Figliastra, ormai giovane donna avvenente, di intrattenere gli uomini: la ragazza ha accettato ma il destino ha voluto che un giorno si sia trovata di fronte come cliente proprio il Padre, che non l’ha riconosciuta e solo un intervento in extremis della Madre ha impedito il consumarsi del rapporto. Si completa il dramma quando l’incuria, l’odio e l’indifferenza, che hanno appestato il nucleo famigliare, provocano la morte – per annegamento e suicidio – dei due piccoli, innocenti e vittime incolpevoli.
Gli attori della compagnia inizialmente in scena, nonostante gli sforzi, non riescono a rappresentare il dramma reale dei Personaggi, i loro sentimenti fondamentali e la vera essenza di ciascuno: il dolore della Madre, il rimorso del Padre, il desiderio di vendetta della Figliastra, lo sdegno del Figlio e in scena tutto appare falso.
E’ indubbio che questi sei strani individui soffrono di un grande senso di superiorità nei confronti degli attori e del pubblico: a loro dire soffrono per la loro vita, che è stata ed è un inferno e, così come i dannati danteschi, non riescono a vederne né la fine né aspirano al perdono, perché, in quanto personaggi, e pertanto solo esseri letterari, si sentono immortali e intrappolati nell’eternità del personaggio. Il loro dolore può esser alleviato solo se qualcuno mettesse in scena la loro storia.
Il teatro pirandelliano viene anche definito “metateatro” cioè un tipo di teatro che si serve di sé stesso per discutere dei propri problemi, finalità evidente in quest’opera che presenta i sintomi di una malattia molto grave ovvero il degrado dell’arte teatrale e della vita familiare: in questa famiglia spezzata, ritroviamo gli elementi che caratterizzano l’umanità e che si fondono in un nucleo di interrogativi e riflessioni sul valore della rappresentazione e della nostra identità, mettendo in luce la dissoluzione della famiglia e le implicazioni che questo fallimento esplicita nella struttura sociale. Ecco perché l’opera, pur avendo compiuto l’anno scorso cent’anni, è sempre attuale.
Arte e vita, essere umano e attore sono gli elementi al centro di una crisi di identità che attanaglia tutti noi, in qualità di individui messi in crisi da una società e da un’industria culturale sempre più legata solo al denaro.
Se il pensiero pirandelliano è incentrato sul rapporto fra Vita e Forma, in Sei personaggi in cerca d’autore noteremo che i personaggi rappresentano la Vita nella sua dinamicità mentre gli attori rappresentano la Forma che rende la vita falsa.
Salvatore Fleres
VN Carlo Levi Istruzione Degli Adulti