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Il giorno 24 marzo 2023, le classi 5P e 3Q del Liceo delle Scienze umane sono andate a Gattatico per visitare il Museo Fratelli Cervi; poiché l’attività era inserita nel Catalogo dell’Offerta formativa del Comune di Collegno ed era in collaborazione con l’Anpi collegnese sez. Renzo Cattaneo, oltre ai professori accompagnatori, erano presenti l’Assessore alle politiche educative, il Presidente dell’Associazione Anpi e la Presidente del Consiglio
comunale.

Le classi hanno partecipato ad un Laboratorio di Analisi delle pagelle risalenti al periodo fascista attraverso osservazioni, riflessioni, confronti e collegamenti con le materie Storia e Scienze umane. Nel pomeriggio la Senatrice Albertina Soliani, dell’Istituto Alcide Cervi, ha illustrato brevemente la storia della Casa dei sette fratelli lasciando interessanti spunti sulla coraggiosa vita della famiglia Cervi. Il museo è ricco di immagini, testi, contenuti digitali, strumenti multimediali, oggetti risalenti al periodo storico, in un alternarsi di passato e presente. Significativi il trattore acquistato dalla famiglia che ci teneva ad utilizzate strumenti tecnologici innovativi e il mappamondo che serviva per restare in contatto, almeno visivo, con i luoghi geografici del mondo intorno a
loro.

Cenni storici della famiglia

La famiglia Cervi era costituita dai genitori Alcide e Genoveffa, da i sette figli Aldo, Ettore, Gelindo, Ferdinando Agostino Antenore, Ovidio e da due figlie. Una famiglia di agricoltori che lavorava il terreno inizialmente sottostando ad un contratto di mezzadria ma che successivamente, nonostante i rischi economici, decise di prendere un appezzamento di terra da gestire e lavorare in autonomia. Sin da bambini i figli sono sempre stati educati con gli ideali antifascisti e, quando nel 1943 Mussolini fu arrestato, a casa Cervi si creò un clima di gioia e armonia fino al 25 novembre del 1943 data in cui la loro casa divenuta il luogo di accoglienza per coloro che
condividevano gli stessi ideali, venne accerchiata dai fascisti e bruciata, costringendo gli uomini ad arrendersi per salvare le donne e i bambini presenti. Dopo un mese di detenzione i sette fratelli e Quarto Camurri, loro compagno, pagarono il prezzo più alto per la Libertà con le loro vite e vennero fucilati per rappresaglia al poligono di tiro della città, il 28 dicembre 1943.

Articolo scritto dalle rappresentanti della 3Q

 

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