L’Erasmus+ per imparare a individuare le fake news: a Madrid con la rete EDA’n’EDA ed il consorzio Egina che ha messo insieme CPIA e scuole di secondo livello dell’Istruzione Degli Adulti.
Appena fui invitata a partecipare al Summit, quale referente Erasmus+ per la nostra scuola della rete Eda’n’EDA di cui è capofila il consorzio Egina, mi chiesi: perché una comunità digitale ha bisogno di incontrarsi in presenza per scambiarsi le esperienze digitali avanzate nell’Educazione degli Adulti? E quindi… che sorpresa incontrare 667 persone (di cui solo 110 che seguivano in streaming!) di 40 Paesi diversi ed appartenenti a 255 organizzazioni, tutte entusiaste di comunicare l’esito delle loro ricerche o delle esperienze didattiche oppure di condividere best practice con numeri, esperienze e presentazioni documentate che mi hanno condotto per mano in un “mare” di iniziative worldwide, in Europa e non solo!
In particolare, mi è sembrata molto up-to-date l’iniziativa Fake news, teorie cospirative e come reagire ad esse del progetto Anti-Rumour Spreding rumours throughout history (Diffondere voci con le storie) gestito dalla projectcoördinator Laura Hansch dell’agenzia ministeriale tedesca Stiftung Digitale Chancen.
A parer mio sarebbe necessario approfondire anche nelle nostre scuole la Media Literacy e la Media Protection and Empowerment, ovvero l’attenzione sulla navigazione on line e sulle piattaforme dei social media perché i nostri allievi, ma non solo loro… – e lo dico per esperienza personale dato che sono appena stata hackerata – sono così poco attenti alle informazioni che quotidianamente vengono rilasciate e che rilasciano loro stessi sui social!
Per contrastare questa dilagante superficialità se non ingenuità, i consigli captati sono innanzitutto di identificare lo scopo per cui si comunica sui social: è forse per la necessità di essere informati? A questo punto occorre chiedersi: l’argomento è affrontato da un ente accademico e, soprattutto, con un approccio scientifico?
Oltre a ciò, è fondamentale rimanere obiettivi, anche quando il contenuto si riferisce ad emozioni specifiche. Il passo successivo è individuare il punto chiave della comunicazione: è indirizzata ad un gruppo specifico di persone? Rispetta la necessità di promuovere la diversità? Si può trovare la stessa informazione in altre fonti? Esiste una reference list?
E parlare di mare è ancora più giusto se pensiamo che tutto ciò è avvenuto martedì 15, mercoledì 16 e giovedì 17 ottobre a Madrid in un edificio riconvertito, dalla sua originaria vocazione industriale, a coloratissimo (almeno all’esterno!) centro congressi e polivalente a forma di nave, nel bel mezzo di un quartiere periferico, quello di Villaverde dove, col vento in poppa, abbiamo scambiato contatti e buone pratiche didattiche per organizzare i futuri Erasmus+ per allievi ed allieve e colleghi e colleghe.
Daniela Cappa
Dipartimento di Lettere
Istituto Tecnico Carlo Levi