Una storia di uguaglianza ed empowerment femminile

Pegah Moshir Pour, 34 anni, è l’attivista che nel 2023 salì sul palco di Sanremo per raccontare il dramma delle donne nel suo Paese d’origine, nel pieno delle proteste seguite alla morte di Mahsa Amini. Nata a Teheran, approdata in Italia quando aveva solo 9 anni con la famiglia, è laureata in ingegneria, si occupa di contenuti digitali ed empowerment femminile. Sempre nel 2023 alla cerimonia inaugurale dell’anno accademico presso l’Università degli Studi della Basilicata, davanti al Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, l’attivista ha parlato di diritti e democrazia. “La notte sopra Teheran”, edito da Garzanti, è il suo primo libro.

Lo scorso 15 marzo la 3R ha potuto dialogare con lei online, nel corso di una riflessione sull’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze, organizzato dalla professoressa Alessandra Chirieleison, come parte di un percorso più ampio di approfondimento sulle autonomie sociali della donna nel mondo antico attraverso la testimonianza di reperti artistici, e sulla condizione femminile nel mondo odierno.
Ecco le impressioni, le riflessioni e le emozioni che questo incontro ha scatenato in loro.

“Dopo questo incontro con l’attivista iraniana sento di provare una sensazione diversa da prima rispetto all’inizio della lezione. Mi ha fatto molto pensare a quanto sono fortunato e sono rimasto quasi paralizzato nel momento in cui parlava del suo esilio dall’Iran. Credo che sia assurdo tutto questo e che in futuro certe leggi vengano abolite per diminuire le privazioni di libertà nei Paesi europei o asiatici come l’Iran. Ho provato ad immedesimarmi nella mente della ragazza ho provato un senso di paura per lei nel vivere tranquillamente la sua vita sapendo che non può spostarsi più di tanto dall’Italia.”
Simone A.

“Quest’incontro mi ha arricchito culturalmente, grazie ai racconti sul passato e sull’attualità dell’Iran, ma mi ha anche ispirato vedere una donna così in gamba che si impegna per riuscire a cambiare non solo il suo Paese d’origine, ma la mentalità delle persone di tutto il mondo è molto stimolante. Ho apprezzato molto la sua sincerità, nel confessarci di sentirsi lei stessa fortunata per essere riuscita a scappare da una dittatura per venire qui, in Italia, dove ora si sente a casa, ma in passato non era così. Oltre al cambiamento culturale già difficile di per sé, si sono aggiunti gli stereotipi della gente su di lei e sulla sua famiglia. Ed è proprio quest’ultima che ha deciso di diventare attivista. Da questo incontro quindi mi porto a casa la forza, il coraggio, l’intraprendenza e la determinazione, non solo di un’attivista, ma della sua famiglia e di tutta la gente che come lei ha combattuto e sta combattendo per il proprio futuro.”
Chiara C.

“Questo incontro con l’attivista Pegah è stato di una incredibile scoperta di informazioni riguardo il suo Paese e lei stessa. Pegah è una donna forte e affascinante che tramite il suo attivismo cerca di aiutare il suo Paese anche stando lontana. Questo incontro lascerà in me una consapevolezza diversa riguardo il mio potere di fare divulgare nuove conoscenze su quella terra un tempo prospera.”
Gianluca D.R.

“Da questo incontro con Pegah mi porto a casa una maggiore conoscenza di quello che accade nel mondo e, in particolare, in Iran. Pegah è stata veramente brava e semplice nel far intendere ciò che volesse comunicare, ho apprezzato molto anche l’intervento dei compagni; una cosa che mi ha sorpresa è stata come solo per aver provato a migliorare una condizione e diffondere un messaggio, abbia avuto solo conseguenze negative, ovvero finire nella lista nera del suo stesso Paese d’origine. Ora inizierò a riflettere maggiormente su questa situazione e farò in modo di interessarmene di più, quindi ringrazio Pegah per il suo atto di condivisione e spiegazione.”
Claudia D.

“Ho trovato l’intervento interessante ed ogni argomento spiegato in maniera chiara, semplice ma molto precisa. Molti degli argomenti trattati ne ero a conoscenza ma ho scoperto molte cose nuove che mi hanno stupita. Sono sempre colpita da questi fatti e sono triste che tutto ciò accada ancora oggi. La mia speranza e che ciò cambi al più presto e che tutti possano vivere meglio.”
Alice M.

“Dopo aver avuto questo confronto con Pegah, ho iniziato subito a sentire un senso di maggior consapevolezza e di sensibilità nei confronti di un macro argomento così importante. Spero di aver ancora a che fare con questa figura preziosa che può fornirci tantissime testimonianze e nozioni con la sua presenza. Ovviamente un incontro online non avrà mai lo stesso impatto e forza di un incontro in presenza ma anche solo attraverso uno schermo è riuscita a trasmetterci un gran messaggio nel migliore dei modi.”
Matteo R.

“Nell’incontro di oggi con Pegah mi sono resa conto di quanto sia difficile la vita in Iran soprattutto per donne e bambini, e di quanto sia fortunata ad essere nata nella parte buona del mondo, o quantomeno più fortunata. Da questo incontro porto più consapevolezza, è stata una grande e bella esperienza conoscere e vedere un’attivista, così bella e forte, mi ha trasmesso tantissima carica e coraggio, perché quando ci ha raccontato del suo viaggio per venire in Italia, penso che per la sua età è stata coraggiosa e la ammiro molto. Il mondo ha bisogno di persone come Pegah.”
Giorgia S.

“Da questo incontro con Pegah mi porto a casa onestamente tanta rabbia perché ascoltando questa testimonianza avvenuta in 1° persona, mi ha aperto gli occhi sul fatto che questa situazione in Iran è realtà; spesso non ce ne rendiamo conto perché non riguarda il nostro Paese direttamente e quindi non ci tocca personalmente, però questo incontro mi ha dato la consapevolezza di tutta questa situazione orribile e del fatto che mi debba ritenere fortunata ad essere nata e cresciuta in Italia.”
Denise T.

“L’intervento mi ha colpito molto e soprattutto emozionato. Quello che mi porto a casa da questo intervento è la forza di Pegah sul fatto di continuare a protestare e a farsi valere.”
Claudia Z.

“Quella di interfacciarsi con Pegah è stata un’esperienza molto positiva per me perché con il suo intervento Pegah mi ha fatto acquisire consapevolezza sulla situazione presente in Iran che prima pensavo che non ci riguardasse a pieno. È stato molto piacevole ascoltarla perché è stata disponibile e chiara su tutte le questioni che ha affrontato.”

“Da questo incontro mi porto a casa la forza, il coraggio, l’informazione di Pegah su quello che accade oggi in Iran e anche in altri posti del mondo. Mi ha colpito la sua dolcezza e semplicità nel raccontare quello che ha vissuto e tutti gli accaduti storici. Ci sono due episodi che ha raccontato che mi hanno toccato particolarmente: il primo è quando ha raccontato del suo arrivo in Italia e del discorso che i suoi genitori hanno fatto sugli stereotipi che ci sono nel mondo pur essendo una bambina. Il secondo è quando ha parlato del perché lei non possa tornare in Iran né andare nei Paesi alleati. Mi ha fatto pensare a quanto siamo fortunati a poterci esprimere liberamente e di quello che lei possa provare dall’essere limitata nei suoi spostamenti.”

“È stato un momento di “scambio” molto interessante, secondo me è stato bello e costruttivo, poiché Pegah ha spiegato molto bene il suo pensiero. Trovo che sia stato utile perché personalmente non conoscevo molte cose che ha detto.”

“Credo che sia importante sentire testimonianze su cosa succede negli altri Paesi (in questo caso in Iran) da persone che ne sono originarie, che sono nati lì e che spesso hanno dei familiari che ancora ci vivono. L’attivista ci ha raccontato che, anche se vorrebbe, purtroppo non può tornare nel suo Paese perché il governo iraniano la perseguirebbe per poi arrestarla o addirittura ucciderla, com’è spesso successo in questi Paesi con persone che si erano esposte parlando dei problemi del regime del loro Paese. Pegah non potrebbe neanche andare in Paesi “amici” dell’Iran, come la Turchia, dove è già accaduto che una persona fosse rapita, rimandata nel suo Paese e rinchiusa in carcere. La scrittrice ci ha inoltre raccontato molto bene e chiaramente cos’è successo 45 anni fa. Spero di poter fare un altro incontro con lei, oppure con altre persone che parlano del loro Paese e delle sue condizioni politiche e sociali. È stato un incontro molto interessante, e lei è stata molto chiara nel spiegarci le cose.”

“È stato molto toccante parlare con una donna iraniana “faccia a faccia”! Fa un altro effetto rispetto a sentire testimonianze sulla tivù o online. Mi ha molto colpito una frase in particolare: descriveva l’Iran come “una dittatura che si nasconde dietro una falsa democrazia”; ciò fa capire la grave situazione attuale che i cittadini iraniani, uomini e donne, sono costretti a vivere. Bisogna fare qualcosa, e come ha detto Pegah, non basta “fare il paladino della giustizia degli altri”, ma dobbiamo cambiare prima noi stessi. Un’altra cosa molto toccante è stata detta in risposta alla domanda fatta da un compagno, che aveva chiesto se lei avesse intenzione di tornare in Iran adesso, nonostante la situazione attuale. Mi aspettavo un no come risposta, e invece, la sua risposta mi ha un po’ spiazzato. Ha detto che lei non può tornare in Iran, pur volendo, appunto perché è stata “inserita” nella lista nera. Anche se volesse tornare in Iran, sarebbe molto pericoloso, dato che potrebbe venire incarcerata, a causa del suo attivismo contro il governo iraniano. Spero di fare un altro incontro con lei dato che è stato molto interessante.”

“L’incontro con Pegah è stato molto esaustivo, è stata chiara nelle spiegazioni e cordiale. Purtroppo l’argomento trattato è molto triste, e io mi sento impotente, consapevole di non poter fare niente se non ascoltare chi lo ha vissuto e accrescere la mia consapevolezza sulla situazione.”

Articolo a cura della classe 3R.
Slides tratte dal lavoro realizzato da Claudia Z. in attività di gruppo con Alice M. e Simone V.